Il Ponte Vertebrale: l’arte dell’empatia riapre le Cisterne della Fortezza Spagnola

 
C’è un ponte, quest’estate, che non attraversa un fiume né un abisso, ma connette corpi, pensieri, comunità. Si chiama Il Ponte Vertebrale, ed è una mostra che non si limita a esporre ma invita a sentire. Dal 1° al 31 agosto 2025, le antiche Cisterne della Fortezza Spagnola, a Porto Santo Stefano, riaprono dopo anni di silenzio per accogliere questo progetto corale inserito nella rassegna Il Quinto Elemento dell’Associazione Visionarte.

Questo è il cuore dell’Argentario, pietre imbevute di storia e mare che racconta. Ed è proprio qui che l’arte contemporanea si fa voce dell’empatia: tema centrale di una riflessione urgente, incarnata in opere che esplorano il corpo come territorio, la relazione come struttura, la condivisione come necessità.
 
Cinque giovani artisti – Alessandro Di Lorenzo, Giorgia Grassi, Diana Pintaldi, Mani (Lorena Tiberi) e Leonardo Zappalà – sono i protagonisti di questo percorso immersivo, che attraversa pittura, scultura, installazioni e videoarte. A guidare il progetto la cura sensibile di Ludovico Genone che ha trasformato un luogo di raccolta idrica in spazio di raccolta simbolica e affettiva.
 
“Abbiamo immaginato la colonna vertebrale non come asse individuale di sostegno, ma come rete orizzontale che tiene insieme i corpi e le storie”, racconta il curatore. “Un sistema nervoso condiviso, fatto di ascolto e vulnerabilità”.
 
Il corpo – così spesso rappresentato come confine, misura, superficie – diventa qui organismo relazionale, architettura porosa. Le opere non chiedono di essere osservate ma attraversate. Alcune accolgono, altre destabilizzano. Tutte pongono domande: dove finisco io? dove cominci tu?
 
Ispirandosi anche alla teoria umorale di Ippocrate, che interpreta la salute come equilibrio tra elementi diversi, la mostra suggerisce una nuova grammatica dell’identità: non più chiusa, definita, ma fluida, interconnessa. L’empatia, in questa visione, non è solo sentimento, ma politica: un modo di stare al mondo che riconosce l’altro non come limite ma come possibilità.
 
Lo spazio stesso della mostra gioca un ruolo fondamentale. Le Cisterne, rimaste chiuse per oltre dieci anni, tornano a vivere non come contenitore neutro ma come corpo vivo. La pietra respira, l’umidità vibra, il buio accoglie. L’esperienza è quasi rituale, e ogni passo nel percorso espositivo è un invito a rallentare, a sentirsi parte.
 
Il progetto si inserisce nel lavoro più ampio dell’Associazione Visionarte, che promuove pratiche culturali di rigenerazione territoriale e comunitaria. In collaborazione con la ProLoco Santo Stefano, questo Ponte Vertebrale è il gesto di restituzione di uno spazio riaperto, di un’energia riattivata, di una relazione ricostruita tra arte e luogo, tra cittadini e memoria.
 
Chi visiterà la mostra troverà anche un programma di eventi collaterali, momenti di incontro e approfondimento, pensati per creare non solo pubblico ma reale partecipazione. In un tempo segnato da distanze e fratture, Il Ponte Vertebrale è una proposta radicale: costruire legami invece di muri, sentire invece di reagire, abitare insieme ciò che ci rende umani. L’empatia non è un lusso: è una necessità. E l’arte, ancora una volta, ce lo ricorda.
 
Gli orari e i dettagli sono disponibili sul sito ufficiale del Comune di Monte Argentario:
G-66PL6CNJ8R