Mettici un attimo di sorpresa

DI ROBERTA MELASECCA

 

Un adulto serio non sa fare cose che fa un adulto bambino”.

Crescendo perdiamo il potere immaginifico delle immagini e delle parole, quella capacità di plasmare mondi altri, diversi paesaggi, nuove frontiere, limiti inesistenti tra luoghi dello spirito e luoghi del presente. Crescendo perdiamo quella possibilità intrinseca di errare, di trovare nel fallimento la risorsa necessaria per realizzare visioni e istanze.

Quegli universi, che nell’infanzia era semplice far apparire anche in modo improvviso, sembrano non fare più parte della realtà della nostra vita. Eppure sono loro che ci consentono, in età adulta, di resistere agli accadimenti delle giornate, sono loro che aprono uno spazio di protezione nel quale possiamo sostare sereni, senza che nessuno ci spinga verso un baratro annunciato.

Solo l’Arte, nelle sue disparate forme, ridona queste possibilità, concede un luogo decantato da ogni remora e da ogni barriera, ci riporta ad un tempo ancestrale dove, perse le configurazioni infantili, con queste nuove sembianze da donna e da uomo, realizziamo quanto negli oscuri e limpidi desideri troviamo di più aderente alla nostra intima essenza.

Solo l’Arte, se corrisponde alla veritarietà del proprio esistere coincidente con la purezza del suo fautore, se è disposta a farsi vedere scarnificata da ogni orpello, se concede a sé di assorbire l’assolutezza del sublime che su di essa scende, se è inerme, senza difese, senza pretese, senza obiettivi, senza reciprocità, solo a tali condizioni diventa meccanismo di elaborazione del mondo, diventa materia che fonde le menti, diventa strumento che sconvolge e avvolge le genti; contemporaneamente riporta su di sé tutte le piaghe dell’umano restituendone i tremori e le fragilità, le fortezze e le esigenze. E si tramuta in “corpo” necessario, indispensabile, immancabile.

Senza l’Arte il mondo cadrebbe nel buio di un non-limite, in un deserto senza sole e senza dune, in una foresta senza linfe e senza voci, in una città senza il proprio senso specifico, e vivremo in non-città, in non foreste, in non-deserti, estranei e lontani. Irraggiungibili.

L’Arte, scevra da ogni condizione e condizionamento, è carne viva, “corpo” vero, transito che collega ogni essere esistente: da lei procede ogni comune, ogni spirito di comunità e collettività. Attraverso un processo di reiterazione delle istanze, ci trasla a quei momenti rimembrati, quando erano attimi di sorpresa, attimi di attesa, attimi di azioni dove nulla era pericoloso o attento, nulla era comodo e astratto, nulla di non immaginato non era effettiva realtà.

Nell’Arte, come nel mondo dei bambini, tutto è vivido ed essenziale; tutto scorre in pelle senza epidermide col rosso sangue mescolato a pigmenti e fluidi, a lacrime e sassi.

Nell’Arte, come nel mondo dei bambini, ogni sguardo è una conquista, ogni caduta precede il nuovo tentativo, ogni percorso non arriva mai alla fine ma solo all’inizio di una nuova giornata.

 

Mettici un attimo di sorpresa
ieri lo hai detto,
disponilo
su una mano,
aperto,
col sangue che ribolle.

Vedrai come è vera la carne
è lui non protetto da pelle
che spera e dice e comanda.

Un passo dietro
senza farsi sentire
immerso nell’erba
lo sposto lo tiro
lo annego in terra
lo spalmo in acqua
mentre al buio riluce.

Mi strappa la vita,
immemore di nebbie pesanti
lui solo nel debole incontro.
Io c’ero quel giorno,
ora ricordo,
ma aspetto
che accada la vita.

 

IOSONOVULNERABILE – fallire è una conquista, arte è amare l’errore
3 ottobre – 29 novembre 2024
Istituto italiano di Cultura di Parigi

 

In copertina: foto @Roberto Biagiotti_iosonovulnerabile

 

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