L’alba che aspettavo. Portogallo, 25 aprile 1974 – Immagini di una rivoluzione

DI ROSA MARIA ZITO

Mentre il mondo dormiva, dalle frequenze della stazione radio Renascença echeggiava una melodia: le note di “Grândola Vila Morena” risvegliavano gli animi sopiti. In quel momento, il Portogallo intraprese un viaggio senza ritorno verso la libertà. Gli alti ufficiali del regime furono arrestati, i punti strategici occupati, e il dittatore Marcello Caetano si arrese al potere del popolo. In meno di un giorno, il Paese si liberò dalle catene della dittatura, abbracciando un nuovo destino con il fervore di una primavera appena sbocciata.

Era il segnale che apriva le porte a un’epoca nuova, scosso dalle vibrazioni di una rivoluzione imminente. Erano le prime ore del 25 aprile 1974, il Portogallo si risvegliò con un’alba diversa. La Rivoluzione dei Garofani, così chiamata per il gesto gentile di una donna che offriva fiori ai soldati, non fu solo un momento di rottura politica, ma un risveglio collettivo dell’anima portoghese. Fu una sinfonia di coraggio, una danza della libertà che si diffuse tra le strade di Lisbona e oltre, unendo cuori e menti in una marcia verso un futuro luminoso.

Ma la Rivoluzione dei Garofani non fu solo una rivolta politica; fu un’esplosione di umanità, un’onda di speranza che travolse ogni barriera. Fu il popolo che scese in piazza a fianco dei militari, non per vendetta, ma per amore della libertà. Fu la voce di chi per troppo tempo era stato soffocato, finalmente libera di cantare la propria verità.

La mostra “L’alba che aspettavo. Portogallo, 25 aprile 1974 – Immagini di una rivoluzione” ci offre uno sguardo intimo su quei giorni tumultuosi. Il percorso espositivo presenta circa 100 fotografie di grandi autori come i portoghesi Alfredo Cunha e Carlos Gil, gli italiani Paola Agosti, Fausto Giaccone, Augusta Conchiglia, e internazionali come Sebastião Salgado, Guy Le Querrec, Ingeborg Lippman, Peter Collis. Nel percorso espositivo, la storia prende vita attraverso filmati d’epoca forniti dalla RTP – Rádio e Televisão de Portugal, installazioni video e la ricostruzione di celebri murales dell’epoca. Camminando tra le sale, ci sentiamo parte di quella rivoluzione, testimoni di un passato che continua a illuminare il nostro presente.

La mostra non si limita a raccontare gli eventi della Rivoluzione dei Garofani; ci invita a riflettere sulle loro implicazioni più profonde. Nella prima parte, una cronologia dettagliata ci guida attraverso gli eventi cruciali, dal 25 aprile 1974 fino alla promulgazione della nuova costituzione, due anni dopo. Ma è nella seconda parte che troviamo il vero cuore della mostra.

Come fili di un tessuto prezioso si intrecciano temi come la riforma agraria, la decolonizzazione e il ruolo delle donne nella società post-rivoluzionaria. Ma c’è qualcosa di più profondo che emerge da queste immagini e riflessioni: l’anima di un popolo che si risveglia, che lotta per un futuro migliore, che sogna in colori vividi e suona note di speranza.

La mostra è un tributo a coloro che hanno dato tutto per la libertà, un’ode alla resilienza umana, un invito a non dimenticare mai il potere della solidarietà e della determinazione. È un richiamo alle generazioni future, perché possano imparare dalla storia e difendere i valori di libertà e giustizia.

Soprattutto, la mostra è un’esperienza emotiva, un viaggio nell’anima di un popolo che ha saputo trasformare il dolore in speranza, le catene in garofani. E mentre guardiamo quelle immagini e ascoltiamo quelle storie, possiamo sentire il cuore del Portogallo battere ancora, forte e fiero, nell’alba di una nuova era.

La mostra è il frutto della collaborazione tra istituzioni culturali e aziende, tra cui Leica, Fundação Mário Soares e Maria Barroso, RTP, Centro de Documentação 25 de Abril, con il contributo di enti come Turismo de Portugal, BIAL, Amorim Cork, Ascenza e Sonae Sierra.

Informazioni Pratiche:

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