Ben Vautier: ho voglia di essere un albero

DI ROBERTA MELASECCA

È il terzo necrologio (o ricordo) che scrivo in pochi mesi. Ma questa volta non ho alcuna intenzione di raccontare chi è Ben Vautier: di sicuro troverete tante e molteplici informazioni sulla sua biografia e sulle sue opere in riviste specializzate, in portali di arte e cultura, in quotidiani.

In queste poche righe voglio solo dare voce alle sue stesse parole, più esaustive delle mie, che aprono una grande finestra sul suo mondo, sul suo percorso artistico ed ora sulla sua morte.

Ben Vautier si è tolto la vita, a 88 anni, con un gesto violento, utilizzando un’arma da fuoco contro se stesso, a poche ore dalla dipartenza di sua moglie Annie.

Indagare i motivi non è nostro compito, giustificare tale atto o condannarlo neanche. Ho tuttavia un’intima e sottile percezione. Ben Vautier non aveva il male di vivere. Forse aveva solo compreso che nulla vale se non è condiviso. Forse. 

 

Comunicato stampa ufficiale della Famiglia Vautier
(Ben Vautier 1935-2024)

“La famiglia Vautier è profondamente addolorata nell’annunciare la scomparsa di Annie e Ben Vautier. La coppia ci ha lasciati questo mercoledì 5 giugno 2024. Annie Vautier, moglie di Ben e sostenitrice incrollabile delle sue opere d’arte durante tutta la loro vita insieme, ha avuto un ictus lunedì 3 giugno alle 23:00. È deceduta il 5 giugno alle 3:00 del mattino. Non volendo e incapace di vivere senza di lei, Ben è morto poche ore dopo a casa, a Saint-Pancrace, nelle alture di Nizza. La famiglia ringrazia calorosamente tutti coloro che li hanno supportati e continuano portarli nei loro pensieri. Il genio non sta mai da solo. Ricorderemo Annie e Ben Vautier come una coppia iconica dell’arte del XX secolo.”
Eva e François Vautier e i loro figli.

Da www.ben-vautier.com/italiano.html

Chi è Ben?

Sono nato a Napoli il 18 luglio 1935,
da madre irlandese e occitana, padre svizzero francese.
Ho vissuto in Turchia, Egitto, Grecia.
Arrivo a Nizza nel 1949.
Cerco di fare ciò che non era stato fatto.
Ho paura di essere una nullità.
Amo gli spaghetti.
A volte l’arte mi scoccia.
Ho voglia di essere un albero.
Perdo la memoria e questo mi fa arrabbiare.
Nell’arte amo l’estremo.
Espongo un po’ dappertutto e questo mi angoscia.
Attualmente vivo sulle colline a Nizza con la mia compagna Annie.
Abbiamo un grande tiglio davanti alla casa.
I miei figli sono grandi.
E abbiamo anche tre nipoti.

BIOGRAFIA

Non amo le biografie. La biografia è un ego.
Il sogno è di essere un artista senza biografia, ma
è quasi impossibile visto che l’arte è sempre ego.
La biografia è: io sono..io…
Sola scusa: c’è della gente che si domanda chi è Ben e
da dove viene? Cosa fa? Allora per loro ecco la mia vita messa a giorno, il mio ombelico, le mie coglionate.
Ecco il testo che deve sostituire la riga 8 del secondo paragrafo.
BEN 1970

 

L’ARTE TOTALE 1965

L’Arte Totale è l’arte degli altri.
L’Arte Totale è abbandonare l’arte.
L’Arte Totale è suicidarsi.
L’Arte Totale è tutto (compreso il niente).
L’Arte Totale è nel comunicare questo tutto.
L’Arte Totale è copiare.
L’Arte Totale è nella distruzione materiale dell’arte.
L’Arte Totale è ignorare, dimenticare, evitare l’arte.
L’Arte Totale è nell’importanza di tutto, la sedia, il fumo di una sigaretta, la Gioconda, una pietra che casca nell’acqua, la mosca sulla mia mano, il vostro alito.
L’Arte Totale è fare del nuovo.
L’Arte Totale è di non fare del nuovo apposta.
L’Arte Totale è la presunzione dell’artista.
L’Arte Totale è un balletto di camminare danzare restare immobili.
L’Arte Totale è ascoltare tutto ciò che è musica.
L’Arte Totale è in scultura, tutto ciò che si può vedere, sollevare, raccattare.
L’Arte Totale in poesia è dire qualsiasi cosa o ripetere cento volte la stessa frase.
L’Arte Totale in pittura è firmare i quadri degli altri, di rigirare le tele, di non dipingere più, di dipingere.
L’Arte Totale in teatro è bere un bicchiere d’acqua sulla scena, di recitare il Cid, di non chiudere il teatro, di guardare il pubblico.
L’Arte Totale è fare qualsiasi gesto semplice o complicato visibile o insignificante, e dire “questa è arte”, di firmarlo o non firmarlo.
L’Arte Totale è la realizzazione di tutti i verbi (amare, dormire, cantare, urlare, creare, sputare, posare, rubare, ammazzare ecc. ecc.) in quanto opera d’arte.
L’Arte Totale è di trovare altre cose di quelle che io considero Arte Totale.

LA VITA È ARTE:

Allargamento e definizione proibita da John Cage e i suoi discepoli, ma qui la situazione è falsa in partenza, perché nella realizzazione non si possono separare i moventi dell’artista dall’opera che si considera vita. Se la vita è arte, la pretesa dell’artista a volerlo dimostrare è anche arte.

E se questa pretesa non esiste nell’opera comunicata, non è la vita che ci mostra l’artista ma unicamente il riflesso della sua ambizione artistica. Direi perfino che la presunzione, l’aggressività, l’ambizione, sono per rapporto all’opera, molto più vive.

Così quando eseguo una partizione di Cage, o guardo drip music di G. Brecht non posso impedirmi di pensare in quanto opera di artista e non in quanto vita. In effetti, l’arte non è la vita, a meno che questa vita non sia verità.

9 ESERCIZI NEI CONFRONTI DELL’EGO:

1. Cambiare nome
2. Decidere ciò che è male e farlo
3. Non datare mai un opera esattamente
4. Passare inosservato
5. Dire la verità
6. Copiare e imitare
7. Suicidarsi
8. Fare tutto ciò che è in nostro potere per rendere felice un altro artista
9.Perdere completamente la propria memoria.

BEN 1969

ME NE FOTTO DELL’ARTE

ME NE FOTTO DEGLI ARTISTI,
che credono di essere Dio e non sono che dei replicanti di trucchi e di astuzie, rampanti presso lo zucchero della Gloria, tenuti in punta di dita dal potere.

ME NE FOTTO DEGLI ISTITUTI DI CULTURA,
Goethe, Action Française, Dante Alighieri, British-Art council, che sono delle appendici dirette dei ministeri della guerra e della propaganda, con la missione di acculturare gli altri popoli.

ME NE FOTTO DELLE RIVISTE D’ARTE,
che si credono “portatrici della parola” e non sono che della carta da 120 g. che finisce in pile di 30 attaccate con una corda nel retro di uno stocchista.

ME NE FOTTO DEI MEDIA, TELEVISIONI, RADIO, SATELLITI, ecc., trasformate in armi per stritolare i Meo, gli Inuit, i Sioux, i Bretoni, i Baschi.

ME NE FOTTO DELLE CAPITALI,
Parigi, Berlino, New York, gonfie di etnocentrismo al punto di non poter accettare l’altro e la sua cultura che nei propri giardini esotici e zoologici (con numero chiuso).

ME NE FOTTO DEI COLLEZIONISTI,
che hanno la vocazione, ma sono in realtà degli accumulatori , raccoglitori di feticci al gusto del potere, e ricettatori della cultura degli altri.

ME NE FOTTO DELL’EDUCAZIONE NAZIONALE,
specializzata nell’ingozzare i bambini con nomi propri , diapositive, date e riproduzioni, e che ammassa come pecore su corriere per fargli visitare l’elite al museo.

ME NE FOTTO DELLE RIUNIONI, COLLOQUI, DIBATTITI, DETTI CULTURALI,
dove si va per avere l’aria di chi sa che…e di ascoltare il valzer dei ringraziamenti e degli scambi di cortesie. 

BEN 2005

 

Una biografia qui
www.artribune.com/arti-visive/arte-contemporanea/2024/06/morto-suicida-ben-vautier-fluxus-scrittura

In copertina: Ben e Annie a Nizza 2010 © DR

 

G-66PL6CNJ8R