OPEN, la danza si fa quadro

DI FLAMINIA LUCCARDI

 

Ripartito il 14 febbraio scorso dal palco del Teatro Stabile di Trieste, dopo tre anni, con la collaborazione dell’Accademia Filarmonica Romana, ritorna sul palco del Teatro Olimpico – dal 27 febbraio al 3 marzo – lo spettacolo OPEN di Daniel Ezralow, scritto nel 2012 a quattro mani con Arabella Holzbog.

La rivisitazione del Cult elaborata dal coreografo americano, per il tour 2024, vede un cast completamente rinnovato con la partecipazione straordinaria di una leggiadra Klaudia Pepa e dei sette “aeroballerini” provenienti dalla Factory di Amici di Maria de Filippi: Samuelino Antinelli, Claudia Bentrovato, Oliviero Bifulco, Mimmina Ciccarelli, Miguel Chavez, Rosa di Grazia e Christian Stefanelli.

Già all’apertura, sulle note della Toccata e Fuga in re minore di Bach, sono palpabili la chimica, l’energia e la maestria tecnica che contraddistinguono l’incredibile estro di Ezralow. Lo spettacolo scorre velocissimo per un’ora e dieci o poco più. Gli otto acrobatici ballerini si esibiscono, magistralmente, anche in volo, con un linguaggio corporeo che si alterna tra il neoclassico, più evidente nelle coreografie a due, e la modern dance, interagendo sul palcoscenico dalla scenografia estremamente scarna, dinamica ma di grande effetto, realizzata con quattro pannelli scorrevoli, due alberi, vari attrezzi, palloncini a led, costumi, videomapping e spettacoli di luci che Ezralow si diverte a proiettare sul fondale.

L’artista statunitense realizza così, con un’eccellente capacità di sintesi artistica, sedici quadri visivi e sonori in movimento di cui lo spettatore rimane sorpreso, divertito e incantato, immerso in una magica escursione esperenziale-multimediale. Le sedici sequenze sembrano rappresentare una vera e propria “destrutturazione della realtà” riportando lo spettatore da una dimensione umana più complessa ad una più semplice, più prossima alla natura e forse più autentica: dai grattaceli di New York, ad un albero illuminato sotto un cono di luce che riporta ad un senso contemplativo e alla vicinanza della terra. Anche i costumi di scena seguono lo stesso cliché: Ezralow dipinge i suoi ballerini con divertenti abiti a scacchiera, in stile black and white, sino a proporli in un “quasi tutto nudo” per poi ritrasformarli in vivaci colori danzanti.

Sono indubbiamente le emozioni i compagni di questo viaggio per chi siede in teatro: ironia, rabbia, dolore, speranza, stupore, l’amore. Ma è, fuor di dubbio, la gioia di vita a trionfare su tutte. Non poteva mancare in una narrazione dallo stile così moderno una spassosa cornice sui “promessi sposi”. Chissà che ne avrebbe detto Alessandro Manzoni dopo averli visti sfidarsi a morra cinese su un ring matrimoniale a luci rosse da più di 100 round sotto le note della danza delle ore della Gioconda, di Ponchielli!

E se la spesa al botteghino vale la pena per l’occhio, anche l’orecchio, ha anch’esso la sua parte. Ancora una volta anche il linguaggio musicale è spia della modernità e della genialità del coreografo che in un’intervista ha dichiarato: “dopo aver ascoltato la musica classica, anche il rock può sembrare noioso!”

La scaletta musicale si compone dunque delle più affascinanti opere classiche di sempre ad eccezione del finale: Ezralow pesca tra il sinfonismo maturo viennese della dinastia degli Strauss, e poi Listz, Chopin, Bizet, Ciajkovskij, Beethoven e i già ricordati Bach e Ponchielli per il suo decisivo richiamo alla fantasia. Lo spettatore si trova così in una dimensione dilatata in un contrato sonoro visivo dove non è possibile non pensare all’orologio colante di Salvador Dalì. Ad un tratto, in corrispondenza del nudo visivo, l’udito dello spettatore rimarrà pervaso dal solo suono del respiro; un’illusione musicale da attribuirsi all’impressionismo dai Preludi di Debussy che chiudono i quadri. Lo spettacolo volge al termine sotto le note di un gioioso “Bus Them Shut” di Bob Marley; siamo giunti all’ultima fermata dove un gran finale a sorpresa, tutto a colori, esplode accompagnato dalla celebre elettrizzante “Fireworks” di Katy Perry.

Anche questa volta Ezralow conferma il suo messaggio artistico: “staying optimistic” incoraggiando l’audience a rimanere “open” e a star dunque pronti a captare il lato positivo che la vita offrire nonostante possano esserci vicissitudini anche pesanti. Insomma, uno spettacolo da non perdere,  l’occasione per poter ammirare ed applaudire il Dalì della danza.

A teatro è un’altra storia.

OPEN
uno spettacolo di Daniel Ezralow
con Samuelino Antinelli, Claudia Bentrovato, Oliviero Bifulco, Miguel Chavez, Mimmima Ciccarelli,
Rosa Di Grazia, Christian Stefanelli e la partecipazione straordinaria di Klaudia Pepa
musiche di Chačaturjan, Chopin, Beethoven, Ponchielli, Bizet, Čajkovskij, Debussy, Prokof’ev, Albinoni, Strauss, Bach
produzione di Art Works Production – Antonio Gnecchi Ruscone
distribuzione in Italia Sava’ Produzioni Creative e Alveare Produzioni
In collaborazione con Teatro Olimpico

TEATRO OLIMPICO
da martedì 27 febbraio a domenica 3 marzo 2024
Da martedì al venerdì ore 20.30, sabato ore 16.30 e 20.30, domenica ore 18
Biglietti: Teatro Olimpico da 35 a 50 euro. I prezzi sono comprensivi di prevendita. Info: filarmonicaromana.org, tel. 342 9550100, promozione@filarmonicaromana.org / teatroolimpico.it

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