Marco Siciliano in ‘Lost and Found’

DI GIORGIA PANSECA

Siamo andati a vedere l’ultima installazione site-specific di Marco Siciliano, artista di origini siciliane e allievo della prestigiosa Class Bonvicini di Monica Bonvicini presso l’Universitàt der Kunste di Berlino.

Nel suo ultimo lavoro, un guanto, una sciarpa, una bottiglia d’acqua, un mazzo di chiavi, un tesserino di riconoscimento di uno studente, delle cuffiette, uno stivale, una cavallo di ceramica, questi sono gli oggetti che si sono fatti strada all’interno della UDK, persi e ritrovati negli ultimi sei mesi. L’installazione prende spunto dalle parole di Ludovico Ariosto nell’Orlando Furioso: tutto ciò che è stato perso sulla Terra lo si ritrova sulla Luna. Il soffitto della UDK diventa così il nostro paesaggio lunare, dove tutti gli studenti perduti e ritrovati possono finalmente approdare.

Ogni oggetto rimane incastrato in uno stato di limbo, tra l’essere dimenticato e l’incertezza del suo destino, come un palloncino che sfugge ad una mano distratta e spinge attraverso il soffitto, alla ricerca del blu.

Nei racconti dell’Ariosto, anche la capacità di giudizio perduta di un personaggio trova la sua strada verso la Luna, spingendo una

ricerca per recuperarla e per ripristinare la sua sanità mentale. Allo stesso modo, in questa narrazione, gli oggetti smarriti simboleggiano l’oblio e l’opportunità di riscoperta e recupero. Il soffitto lunare, sebbene apparentemente distante, è a portata di mano, riecheggiando “La Distanza della Luna” (1965) dello scrittore italiano Italo Calvino, dove una lunga scala e un piccolo salto possono colmare il divario tra la Terra e la superficie lunare, consentendo il recupero sia degli oggetti smarriti che dell’ingegno. 

Ancora una volta Marco Siciliano ci stupisce con la sua straordinaria sensibilità ed estetica che lo rendono ai nostri occhi uno degli artisti emergenti italiani più interessanti del panorama contemporaneo.

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