Come sopravvivere al disastro, conversazione con Gaia Vince

DI IVO MEJ

Gaia Vince: con un nome così – letto in italiano – la sua proprietaria non poteva che occuparsi della salute della Terra. Gaia Vince, invece, è inglese ma effettivamente la sua principale preoccupazione è cercare una salvezza per il mondo.

Scrittrice e giornalista per The Guardian, Nature e New Scientist, anima una rubrica su BBC online dal titolo Smart Planet. Il suo ultimo libro si intitola Il secolo nomade. Come sopravvivere al disastro climatico, che ha presentato in questi giorni a Roma nell’ambito del Festival delle Scienze. L’abbiamo incontrata in occasione della Giornata della Terra.

Allora, prima di tutto, secondo te è ancora una buona idea celebrare la Giornata della Terra in tutto il mondo o la consideri qualcosa di ipocrita?

La seconda domanda è: come possiamo sopravvivere ai cambiamenti climatici?

Oh, beh, è davvero una grande domanda. Innanzitutto, dobbiamo decarbonizzare le nostre economie, e questo significa i nostri sistemi energetici, l’agricoltura, le infrastrutture, tutto ciò che ci aiuterebbe a mitigare i cambiamenti climatici, renderli meno gravi. Ma abbiamo anche bisogno di adattarci alle nuove condizioni perché sono già in divenire e peggioreranno. E dobbiamo accettare che stiamo creando un pianeta invivibile. Alcune parti del mondo stanno diventando sempre più inabitabili: pertanto dobbiamo aiutare le persone ad adattarsi a quei luoghi, o dove ciò non è possibile, a spostarsi in nuove, più sicure posizioni sul nostro pianeta condiviso.

In questo contesto, come consideri le auto elettriche? Sono una buona idea o una soluzione folle?

Sono assolutamente una buona idea. Le auto elettriche fanno parte della soluzione. Voglio dire, idealmente quello di cui abbiamo bisogno è che le auto elettriche facciano parte di un sistema di trasporto a basse emissioni di carbonio molto più ampio dove sia maggiore e più economica e naturalmente elettrica l’offerta del trasporto pubblico: autobus, tram, metropolitane, qualsiasi cosa… infrastrutture per biciclette! Abbiamo bisogno di minire quantità di veicoli privati effettivi su strada, perché l’inquinamento è solo un aspetto che rende le nostre città meno vivibili. Abbiamo bisogno di spazi sociali, luoghi dove le persone possano riunirsi, camminare e sentirsi a proprio agio e sicure, dove le auto non occupino gli spazi collettivi. Penso che l’uso privato dell’auto debba diminuire, così come non dovrebbero esserci più motori a combustione interna nei prossimi cinque anni. 

Come consideri l’atteggiamento dei governi nei confronti degli immigrati?

Penso che al momento sia molto arretrato e non sia pragmatico, non sia realistico. La mobilità umana, infatti, è assolutamente naturale.

È sempre avvenuta e sempre avverrà, ma al momento abbiamo notevoli pressioni in diverse parti del mondo, dovute a conflitti o a impatti climatici, che stanno rendendo i luoghi meno sicuri, più difficili e la mobilità più complessa. E dobbiamo anche accettare che in molti dei luoghi in cui viviamo oggi la  popolazione lavorativa sia in declino: questa è una crisi demografica, una crisi economica, e possiamo risolverla solo attraverso le migrazioni. Dobbiamo essere onesti e pragmatici al riguardo e gestire la migrazione in modo che sia vantaggiosa per la società, vantaggiosa per gli immigrati e vantaggiosa anche per i vari paesi di origine. Tutto ciò deve essere parte di una conversazione congiunta tra sindaci, bilateralmente tra paesi e globalmente, tra nord, sud, est e ovest del mondo.

Cosa pensi dei giovani come quelli di Ultima Generazione che fanno azioni contro le opere d’arte, per esempio, per sensibilizzare la gente sul clima?

Ciò a cui stiamo assistendo al momento è una crisi esistenziale che ci coinvolge tutti ed è qualcosa le cui dimensioni e gravità sono quasi inconcepibili. Ci vorranno tutti i diversi membri della società per fare qualcosa al riguardo. Abbiamo bisogno di proteste. Abbiamo bisogno di attivismo. Abbiamo anche bisogno di scienziati che analizzino i dati. Abbiamo bisogno di decisori politici che parlino con la gente. Abbiamo bisogno di impegnarci tutti in modi diversi, come ha ad esempio dimostrato Greta Thunberg sensibilizzando su tali tematiche.

 

In copertina: immagine dal profilo instagram ufficiale di Gaia Vince https://www.instagram.com/wandering_gaia/

G-66PL6CNJ8R