Colazione col Kaymakam

DI PAOLO GUGLIELMI…diario speciale da Roma a Istanbul
(photo credits of the author of the article)

Mai nella vita avrei pensato di vivere 10 anni a Kas, un paesino isolato di 6.000 abitanti sulla costa turca mediterranea, dopo aver passato oltre 50 anni sempre a Roma. A Kas ero stato già in vacanza nei primi anni ’80, durante un lungo viaggio in auto in Turchia con un gruppo di amici, come si usava a quei tempi.

L’obiettivo era quello di vedere tutto il Paese, con una media di 500 Km al giorno, notte in campeggio e ripartenza il giorno successivo. Ricordo che Kas ci fece sballare tutto il programma: restammo 5 giorni di fila per godere di quella costa incontaminata e meravigliosa. Ma il mio destino era segnato, perché dopo un decennio mi venne affidato dall’Ufficio Mediterraneo del WWF l’incarico della supervisione di tutti i progetti marini di conservazione della costa in Turchia.

Il più importante di quei progetti era proprio la creazione di un’Area Marina Protetta (AMP) a Kas! E così scoppia il secondo e grandissimo amore per questa località, accompagnato tuttavia da una serie di colossali difficoltà organizzative, culturali, legali e strutturali per la realizzazione del progetto. A quei tempi, infatti, il solo concetto di “AMP” non esisteva né nella mente delle persone, né nell’ordinamento legislativo. Situazione molto comune nei Paesi del Mediterraneo Orientale.

Per affrontare queste situazioni si usava un approccio costituito da tre fasi: a) studio scientifico per stabilire il valore naturalistico della zona; b) metodo partecipativo socio-economico per creare supporto al progetto da parte della comunità locale interessata (pescatori, ristoratori, albergatori, operatori nautici, amministrazione pubblica, forze dell’ordine, etc.); c) creazione, approvazione e realizzazione del piano di gestione AMP. Inutile dirvi che il 90% di questi progetti si arrestava alla fase a), perché la ricerca scientifica non dà fastidio a nessuno e offre buone possibilità di trovare finanziamenti, che per le ONG (Organizzazioni Non Governative) sono il pane quotidiano. Con rammarico debbo riconoscere che il progetto di Kas non si discostò dalla media. In altri 15 anni vengono fatti solo studi scientifici, perché l’approccio con le istituzioni e i vari gruppi di interesse di Kas è molto, troppo difficile.

Nel frattempo avevo lasciato il WWF, mi ero trasferito a Kas e mi ero ripromesso di continuare a lavorare sul quel progetto impossibile da esterno indipendente. Il punto di svolta arriva con la nomina del nuovo Kaymakam di Kas (corrisponde più o meno al nostro Presidente della Provincia).

Una persona mandata dal cielo: giovane, interessata, entusiasta, attiva, sensibile ai problemi ambientali e soprattutto parlante inglese! Durante i suoi 4 anni di mandato, disegnammo, trovammo finanziamenti e realizzammo moltissimi progetti volti a creare supporto sociale e istituzionale per l’area marina protetta, tra cui uno, il “Doga Dostu” project, dedicato a far cessare il tremendo e continuo scarico di acque nere (acque fognarie) da parte dei comandanti degli oltre 100 caicchi da turismo giornaliero che operano lungo la costa. In effetti, Bilgihan (in italiano il suo nome suona come “Il re dell’informazione”) non sapeva nulla di conservazione ambientale.

All’inizio della nostra conoscenza, gli proposi di venire in Italia con me per vedere da vicino come funzionava un’Area Marina Protetta ben gestita. Andammo a Torre Guaceto, una AMP gestita dal WWF Italia da molti anni in collaborazione con l’amministrazione comunale di Carovigno (Brindisi, Puglia) e all’avanguardia in termini di attività svolte a livello sociale, economico, ambientale e ricreativo. Nonostante il clima non ci avesse aiutato, con una storica ed estemporanea intensa nevicata in tutta la Puglia in primavera, Bilgihan rimase sorpreso e affascinato nel vedere come fosse stato possibile coniugare attività economiche di successo come agricoltura biologica, turismo e pesca insieme ai vincoli e alle regole dedicate alla protezione del mare e della costa. Ebbi gioco facile nel convincerlo definitivamente dell’importanza della conservazione ambientale con i prodotti biologici tipici della Puglia, come pomodorini, orecchiette, pane, burrata e canestrato, cacio cavallo, olive, taralli e pasticciotti.

Durante quel viaggio, leggevo comunque negli occhi di Bilgihan una profonda insoddisfazione mattutina. Eppure andavamo nei bar a fare colazione con i migliori cornetti caldi e cappuccini della zona. Appena di ritorno dalla Turchia, ricevo una mail da Bilgihan con un video che faceva vedere le tipiche colazioni che si fanno nei vari Paesi del Mondo: Italia, con un cappuccino e un cornetto; Austria, con caffè e latte e pane e marmellata; Francia, con caffè e baguette imburrata con croissant; Spagna, con caffè con leche, pane olio e pomodoro; Svizzera, con latte macchiato e muesli; UK, con uova al bacon, fagioli e salsiccia; Paesi Bassi con pane burro e formaggio; Danimarca con pane di segale, formaggio e uova; Russia, con tè, fiocchi d’avena e pane imburrato e così via per altri Paesi. Poi si vede una grande tavola imbandita senza un cm quadrato di spazio con formaggi, pomodori, olive, crostini, burro, uova, pastirma (tipo bresaola), borek (pasticcini salati), simit (ciambelle al sesamo), cetrioli, peperoni verdi, sucuk (salsiccia di manzo) marmellate di mille tipi, miele, tahin (crema di sesamo), pogaca (frittelle), frutta secca, frutta fresca di stagione etc.

Alla fine del video appare Bilgihan che mi dice: “Paolo, vieni a COLAZIONE da me domani?”

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